Forma 1.0

Le radici del pensiero e della manifattura

“Vedevo lo sguardo serio di mio padre, gli guardavo le mani scavate dal tempo e gli chiedevo sempre come era andata al lavoro. Era il mio eroe, lo vedevo forte, invincibile, guardavo le rughe che il tempo aveva disegnato sul suo viso e pensavo quante esperienze avesse fatto, quante persone avesse conosciuto; ero troppo piccolo per capire l’amore viscerale che mio padre Roberto metteva in quel trapuntificio.
Non esistevano sabati, domeniche, feste.
Esisteva la protezione della famiglia ed i clienti.
Dicevo a me stesso che un giorno sarei stato come mio padre Roberto, un uomo che ha sopportato le sfide senza gravare su nessuno; mi diceva «ricordati figliuolo che il futuro si costruisce giorno dopo giorno, che quando parli con le persone in realtà stai parlando con la loro famiglia. Per essere un bravo imprenditore devi poter ascoltare tutti e sostenere le loro speranze. In questo trapuntificio, Emiliano, costruiamo il futuro di tante persone».
Sono passati ormai quasi trentacinque anni, io ero un adolescente, mio padre iniziava a scrivere la storia del trapuntificio prima, e del materassificio poi”.

Emiliano Bresci

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Forma 2.0

La vocazione

“Un giorno, credo fosse un sabato in pieno autunno, mi trovavo in una taverna con degli amici. Un buon bicchiere di vino rosso, il Carmignano doc il mio preferito, accompagnato dai quadri rinascimentali alle pareti, un camino con un fuoco vivo e presente, una luce calda dalle sfumature del giallo e dell’arancio, e tante risate.
Giocavo a carte con gli amici di sempre, quelli di cui non ti chiedi mai cosa facciano nella vita, a te basta la loro presenza, il loro affetto, le loro risate. Non mi importava fossero famosi, arrivati, top managers, mi importava che stessero con me, che avessero tempo per me.
Quel giorno uno di loro, Federico, mi disse: «Emiliano, vorrei vederti un giorno produrre quei materassi che eri solito disegnare, mi dicevi che tutte le persone al mondo avrebbero diritto di avere un buon letto, un materasso su cui ristorarsi dalle fatiche e dai pensieri della vita».
Quel giorno è ora, costruisco sistemi di riposo per aiutare le persone a vivere meglio e ad amare il proprio letto, che li accompagna nei momenti della vita essendo una presenza concreta e solida, una promessa sincera di benessere, un punto certo e sicuro”.

E. B.

Forma 3.0

A cosa aspiriamo

“Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti ed impartire ordini; insegna piuttosto loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito”.
Antoine de Saint-Exupèry

“Non voglio cimentarmi nel rincorrere l’ultima tecnologia disponibile, l’ultimo tessuto innovativo, l’ultimissima tecnologia produttiva. Non voglio essere guidato nelle scelte da questi obiettivi, perché non lo sono, se rispetti il tuo cliente devi dargli ciò che è attuale, ciò che è all’avanguardia della tecnica, ciò che è già futuro.
Voglio essere il costruttore di sistemi di riposo, letti o poltrone che siano, che venga riconosciuto come colui che comunica la nostalgia e l’amore per il buon riposo,
senza pensieri.
Dove c’è Forma c’è sostanza: più che una promessa una certezza del buon vivere e dell’essenza intima di ogni cosa”.

E. B.

Oggi Forma è una promessa di sostanza, visione concreta del prossimo futuro, di design, di significati tridimensionali, multi- sfaccettati, un misto irrisolto tra comprensione ed avveniristica intuizione.
Non sono parole, sono materia, plasticità, sostanza, bellezza sensoriale, semplicemente presenza estetica, frutto intimo della ricerca di stimati designers, architetti, imprenditori, innovatori, ricercatori, appassionati.

“Ho voglia di costruirmi un futuro, di far parte di un grande progetto, per adesso ho solo da imparare, ascoltare, ammirare chi ha già dimostrato con i fatti il proprio valore” queste le prime parole di Mirko Guastini rivolgendosi ad Emiliano. Oggi quel giovane ragazzo, dopo undici anni, è braccio destro di Emiliano Bresci; un uomo, Mirko, con forte personalità: lui è il simbolo della solidità e del futuro del gruppo industriale.

A lui si affianca una componente cruciale della governance Bresci, Giada, una donna capace di introdurre luce, prospettiva, sana gestione, nel mondo Forma.

Forma 4.0

Il nostro impegno – qui e ora

“Sapere, saper fare, saper far fare, non è una lezione universitaria figlio mio, è la cosa che mi ripeto tutti i giorni, e sai, a volte non credo di sapere tanto, ho bisogno di persone in gamba, ho bisogno dei loro occhi, della loro parola, delle loro gambe, delle mani, delle loro menti; da soli Emiliano non si arriva da nessuna parte”.
Roberto Bresci

Siamo nel 2022, ho quarantotto anni, mi sembra di essere nato ieri, dalla fame che ho di costruire, di vedere sorrisi e uomini realizzati attorno a me. Ogni mattina vado al Poggio, saluto tutti, guardo le macchine di tessitura, controllo la qualità e poi vado “sul mercato”. Questa è una espressione che è nata per caso parlando con i miei amici; una volta uno di loro mi fece prendere coscienza che a Prato avevamo il distretto tessile più grande d’Europa, onestamente non ci avevo mai pensato, e perché avrei dovuto. Poi riflettendo mi sono reso conto di tutte le persone che conoscevo, della loro fissazione per le macchine rotative, per i certificati ignifughi, per i filati rari, per la merce che partiva e quella che arrivava.
Alla fine io sono il prodotto di tutto questo.

L’incontro con Giuseppe Chimienti, lo ricordo con un misto di affetto e di ilarità. Giuseppe Chimienti è l’anima commerciale di Forma, se Forma ha un’anima ha certamente l’amore per il dettaglio di Giuseppe Chimienti.

Vogliamo che Forma sia foriera di sostanza, amore viscerale per la qualità, il dettaglio, l’ossessione spasmodica per il bello, e la tensione pro-attiva per l’innovazione”
E. B.